Attento Allegri: Gasp è come “el Cholo”, di Giuseppe Marchetta
Atalanta Bergamasca Calcio è sempre stata specchio caratteriale dei suoi focosissimi e tignosissimi tifosi fin dai primordi, dai tempi della guida tecnica e tattica di József Violak che, a suo tempo, era stato sul prato verde cuore e polmoni della Juventus del secondo tricolore, la prima Juve agnelliana della storia. Fu anche l’Atalanta tetragona di Giovanni Varglien, colonna sul campo di Madama del quinquiennio. Ma anche quella di Ferruccio Valcareggi, grande estimatore di medianacci d’altri tempi, poco amante dei fiorettisti alla Rivera. Fu l’Atalanta di Giovanni Battista Rota, detto “Titta”, che ai bergamaschi diede la vita ed il core. Con lui i Bergamaschi impararono ad amare l’impossibile, attraverso la forza, la resistenza, la tenacia. Poi venne Nedo Sonetti ed allora la tigna dei suoi assurse a livelli storici assoluti. Mai s’era vista giocare una squadra così antipatica, così brava a fare catenaccio, ad imbrigliare l’avversario e non farlo giocare. Direi un’Atalanta presagomata al cholismo che venne in seguito. Poi fu l’era di Emiliano Mondonico, astuto e lesto come una volpe, che seppe abbinare alla tradizionale grinta pure la fraudolenza. Poi sono arrivati il furlan Edy Reja ed il “camionista” Stefano Colantuono, gente che non guardava in faccia nessuno. Oggi è il tempo d’un altro mignottone di prima categoria, all’arte: Gian Piero Gasperini. Dall’aspetto financo gentile e dai modi apparentemente garbati. In realtà cela una sfrontatezza ed una gagliarda furbizia fuori dal comune. Torinese di Grugliasco, crescito calcisticamente nelle giovanili bianconere insieme a Paolo Rossi, Sergio Brio e Domenico Marocchino, divenuto celebre per aver condotto al successo la Juve Baby al Viareggio, diviene presto allenatore di fama nel Genoa, in Serie B, che ha portato alla promozione diretta in Serie A a fine stagione 2006-2007, classificandosi al terzo posto dietro Juventus e Napoli, con dieci punti di vantaggio sulla quarta classificata e col secondo miglior attacco del campionato. Mantiene il Genoa ad alti livelli per un triennio poi va all’Inter, la grande squadra, e qui stecca. Torna in provincia, poi più avanti al Genoa riportandolo in Europa. Finalmente giunge alla Dea che porta al 4° posto nel 2017 e di qui in Europa. Predilige il modulo 3-4-3 basato su possesso palla, coi centrocampisti di fascia in grado di difendere e attaccare. Ma soprattutto insegna tanta furbizia ed aggressività. In quel di Bergamo trova il suo ambiente ideale, chè la gente di qui, bada parecchio al sodo. Mister Allegri preparatissimo, sa tutto ciò. E per il galà di Santo Stefano ha previsto tutto ed ha preferito tener in panca il mito CR7 proprio a Bergamo, per farlo rifiatare, ma soprattutto per preservargli le caviglie, i peroni, le tibie, le ginocchia. La Juve sua qui ha sempre faticato a fare gioco e risultato, risultando spesso soverchiata, intimidita ed annichilita dalla superiore aggressività avversaria. Max alla vigilia della nevrangica sfida con gli orobici, vorrebbe metter in campo 5 Chiellini, 3 Matuidi e 3 Mandzukic, ma purtroppo deve fare a meno dello stesso Matuidi, ovviare a numerose altre assenze ed è costretto a schierare un inedito centrocampo con il rientrante Khedira, il non ancora brillante Emre Can e l’ormai stakanovista Bentancur. Sicchè schiera: Szczesny; De Sciglio, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Bentancur, Emre Can; Dybala, Mandzukic, Douglas Costa. Gasp replica con Berisha; Mancini, Djimsiti, Masiello; Hateboer, Pasalic, Freuler, Castagne; Gomez; Ilicic, Zapata. Arbitra Luca Banti. Si parte a ritmi altissimi. Attacca la Juve. 2’ palla da destra a sinistra per Alex Sandro, il cui tiro da fuori sembra non impensierire ma vien deviato da Djimsiti e si insacca. 0-1 e palla al centro! sembra gara in discesa per i bianconeri. Anche perché la Juve tiene alti i ritmi e cerca subito il raddoppio. 4’ Bentancur in percussione centrale va al tiro dal limite, Berisha devia contro la traversa. 5’ risponde in contropiede l’Atalanta con Zapata, il tiro finisce a lato. L’Atalanta si riorganizza e pian piano prende in mano il pallino. I bianconeri ora prediligono il contropiede. 7′ Mancini ferma con le cattive De Sciglio. Ma Banti non vede e fa finta di nulla. 11’ Douglas Costa se ne va come una saetta a sinistra ed entra in area, riprende Dybala col sinistro, alto. 12’ ancora Douglas Costa, una furia, sgomma a sinistra, penetra e va al tiro, fuori. Juve in pieno controllo della gara, ma i nerazzurri sono sempre pericolosi quando spingono. 16’ punizione Atalanta dai 25 metri, posizione centrale. Tiro pur centrale di Gomez, para Szczesny. 18’ ammonito Bentancur: spintonato Ilicic che ripartiva. 19′ Mancini duro su Dybala. Intervento poco ortodosso da dietro, vede Banti ma stranamente ma non estrae il cartellino. 21’ angolo Juve. Salta Chiellini nell’area piccola, fuori di poco. 22′ duro Pasalic su Mandzukic. Pestone sul croato, inspiegabilmente non vede Banti. 24’ Gomez serve Zapata al limite dell’area, spalle alla porta bianconera, stoppa, si gira, si libera di Bonucci (non esente da colpe, forse è scivolato nello scatto breve) e infila Szczesny nell’angolino. 1-1, clamoroso o quasi. Reagiscono subito i bianconeri con veemenza, ammutolendo il pubblico bergamasco. 25’ angolo Juve, para Berisha. 29’ ammonito Zapata per manata su Emre Can. 31’ Mandzukic serve Douglas Costa che scatta e tira facendo terminare la sfera sull’esterno della rete e dando l’illusione del gol. 32’ ammonito Mancini per intervento fuori tempo su Dybala. 33’ Atalanta pericolosa con due tentativi di conclusione in area, poi palla deviata in angolo. 35’ buona azione prolungata bianconera, fermata da un discutibile fallo in attacco. 38′ giallo per Chiellini che era andato in tackle scivolato, ma il difensore bianconero aveva toccato anche il pallone. Severo Banti. Frattanto continua a giocare dura ed aggressiva la Dea. 41′ Castagne duro su Mandzukic. Anche qui manca il cartellino. Continua a giocare con astuzia la Dea. 44’ punizione pericolosa per l’Atalanta: Ilicic era stramazzato al suolo al limite, Banti ingannato: aveva visto un fallo di Bentancur inesistente. 46’ tira Ilicic sulla barriera, poi l’arbitro fischia la fine. Tutti al riposo. Allegri chiama i suoi alla calma, a non cadere nei tranelli psico-tattici degli scaltri atalantini. Gasp si frega le mani, meditando l’ennesima piccola vendetta sui suoi ex colori sociali. Ha studiato tutto fino all’ultimo dettaglio e sguinzaglia i suoi fedelissimi in campo. Si riparte. 47’ angolo Atalanta. Ripartenza Juve, fermato Douglas Costa. 52’ prova il tiro Khedira dal limite, respinto. 53′ doppio giallo per Bentancur. Intervento in ritardo su Castagne che gli costa il rosso. Si lamenta Allegri in panchina: provvedimento fiscale. 55’ Castagne in area, s’immola Szczesny in angolo. 56’ sul corner di Gomez, Zapata nell’area piccola anticipa Emre Can e mette dentro. 2-1, clamorosissimo all’Atleti Azzurri d’Italia! 57’ esce Douglas Costa per Pjanic. 59’ ammonito Hateboer. 62′ ammonito Mandzukic. Invenzione di Banti, il croato non aveva neanche toccato Djimsiti. Ora l’Atalanta attua tutti i macchiavellismi tattici per abbassare il ritmo, perdere tempo ed innerosire l’avversario. Sembra l’Atletico del Cholo. Quindi buon allenamento bianconero in prospettiva. 64’ esce Khedira per Cristiano Ronaldo. Allegri vuole scuotere i suoi e l’intero ambiente. 66’ si scuote la Joya che va al tiro da lontano, sul fondo. 66’ cambio Atalanta ed altra bella perdita di tempo e tensione: fuori Pasalic per Gosens. La Juve con un uomo in meno è sbilanciata in avanti. D’altronde non ha più niente da perdere. Si difende con ordine l’Atalanta. 68′ Ronaldo fermato in offside. Il portoghese conclude a rete a gioco fermo. 72’ tiro di Emre Can, respinto. 73’ attacco tambureggiante della Juve, tiro libero. 76’ esce Ilicic per Pessina. 77’ tiro di Gosens, sul fondo di poco. 78′ corner di Pjanic, sponda aerea di Mandzukic e CR7 in gol da un metro di testa. 2-2 ed il portoghese scatta verso il centrocampo col pallone fra le mani. Lui ci crede sempre. E’ la virtù dei forti. 80’ Gomez al tiro, para Szczesny. 82’ Pessina da fuori, tiro altissimo. 85’ esce Masiello per Barrow. Fuori un difensore dentro un attaccante, vuole vincere Gasperini, altro che balle! le squadre ora s’allungano in campo. 89’ lancio in profondità di De Sciglio per Ronaldo sulla fascia destra, CR7 affonda e dal fondo la mette in mezzo dove Mandzukic non arriva alla deviazione per un soffio. 90′ ammonito Freuler. Intervento col piede a martello su Pjanic. Ci poteva anche stare il rosso, visto il metro usato fino a ‘sto punto da Banti. 91’ su una punizione Bonucci sbuca alle spalle di tutti e col piattone la mette dentro, sembra tutto regolare, ma c’era stata una deviazione di Alex Sandro a porre Leo in fuorigioco. Se la vede brutta ora l’Atalanta. 92’ Barrow rimane a terra. Si perdono almeno due minuti, quel tanto per spegnere ogni ardore e velleità bianconera. E qui cala il sipario su di un match orridamente italiota e scialbo.
Amen
PAGELLE JUVENTUS:
SZCZESNY 5: la sensazione è che sul secondo gol atalantino, poteva uscire e far sua la palla. Anche lui, come Buffon, nelle uscite alte non è un fulmine di guerra.
DE SCIGLIO 6: bravino quando imposta, leggerino quando deve difendere coi denti.
BONUCCI 4: nell’azione del pareggio atalantino si vedono tutti i limiti atletici di Leo sul breve e nell’anticipo che non ha.
CHIELLINI 7: sono le sue partite e lui risponde presente.
ALEX SANDRO 5,5: non sono le sue partite e spesso è fuori posizione. E pensare che era partito alla grandissima contribuendo al vantaggio bianconero.
KHEDIRA 4,5: vaga per il campo come un fantasma. Pare anche immalinconito. Probabilmente sa già che non verrà riconfermato a fine stagione.
BENTANCUR 5,5: non una delle sue migliori prestazioni. Sfiora la rete del raddoppio in apertura ma poi commete parecchi errori d’impostazione e di chiusura. Ingenuo nel fallo che gli costa la seconda ammonizione ed il rosso.
CAN 5: fuori dalle trame di gioco bianconere. S’inserisce raramente in avanti. Non è ancora al meglio.
DYBALA 5,5: in calo rispetto alle precedenti confortanti prestazioni. Mai pericoloso in avanti.
MANDZUKIC 6: sarebbe la sua partita. Lotta molto e si sacrifica, ma alla fine non lo si vede mai alla conclusione.
COSTA 7: parte fortissimo sfiornado il gol in un paio di spunti personali. Si spegne pian piano fino al giusto cambio.
PJANIC 6,5: entra e la Juve torna a giocare.
RONALDO 8: entra e cambia il volto della partita: segna il gol del pareggio e fa l’assist dello sfiorato vantaggio finale, in cui Mandzukic non coglie la palla al balzo. Deve giocare sempre!
ALLEGRI 6: aveva previsto e prevenuto la rudezza atalantina, ponendo CR7 in panca. Comunque, lo avesse messo dentro dieci minuti prima, avrebbe vinto l’ennesima battaglia.
ARBITRO (Sig. Luca Banti di Livorno) 4: classico arbitro ammazza calcio: favorisce il tradizionale gioco duro atalantino sorvolando su parecchi interventi oltre il limite. Mortifica il gioco juventino fermando spesso gli avanti bianconeri con falli in attacco poco evidenti. Espelle il povero Bentancur per alcune giovanili ma perdonabilissime ingenuità. Alla fine ne azzecca poche ed il giuoco del calcio piange.
Voster
Giuseppe Marchetta