Juve: Scamacca sorpassa tutti ma… Inter: il destino di Eriksen e l’umore di Conte. Milan: occhio a Simakan e Conti. Napoli: il difetto di Gattuso. E De Zerbi…
Nel bel mezzo del calciomercato succedono le seguenti cose: niente. O quasi. Cioè, in campo succedono eccome, ma sul mercato poca roba.
Per portare avanti l’inutile battaglia in nome del buonsenso (grano non ce n’è, portate pazienza) elenchiamo la situazione di alcuni tra i più grandi club europei, per come ce la racconta lo studio di KPMG “The European Champions Report 2021”.
Il Bayern grazie alla vittoria della Champions ha chiuso in attivo per la 20esima stagione filata (+5,9 milioni).
Il Real Madrid porta a casa un +300 mila euro che di questi tempi è grasso che cola.
Anche Siviglia e Ajax restano a galla, bravi.
Fine delle buone notizie.
Psg: -125,8 milioni. Porto: -116 milioni. Juventus: -89,7 milioni. E ancora, recita lo studio: “Le perdite di Roma e Milan sono al momento le più alte nel Vecchio Continente: perdita netta di 204 milioni per i giallorossi, la seconda più alta nella storia della Serie A; rosso da 194,6 milioni invece per i rossoneri”.
Parola all’esperto, il sciur Andrea Sirtori, Global Head of Sports di KPMG (che tradotto significa “uno che ne sa”): “La crisi del coronavirus ha messo in dubbio la sostenibilità finanziaria dell’ecosistema calcistico nel suo complesso e ne ha ulteriormente esposto la fragilità. Anche prima della pandemia, lo stipendio dei giocatori gonfiato, insieme alle crescenti commissioni per trasferimenti e agenti, poneva una notevole pressione sulle finanze dei club. La crisi ha amplificato questi difetti nell’attuale modello di business. I club hanno dovuto improvvisamente affrontare problemi di liquidità con tutti i loro flussi di reddito influenzati dall’assenza di ricavi da matchday, oltre alla rinegoziazione, sospensione o annullamento dei pagamenti da media e da partner commerciali”.
Vorremmo trovare parole diverse per sintetizzare il tutto, ma non riusciamo ad andare oltre il “sono cazzi”.
Anche per l’Inter, per dire, che perde un centinaio di milioni, ne deve aggiungere 20 per la mancata qualificazione agli ottavi di Champions e, come le altre, deve rinunciare a qualche decina di milioni di ricavi da stadio.
La premessa è barbosa ma serve a chiarire una volta di più perché la frase “non ci sarà mercato” per una volta non è “non ci sarà mercato ma…” è solo “non ci sarà mercato e stop”. Uniche possibilità: gli scambioni, ma pure per quelli non è facile, perché tocca “scambiare” anche ingaggi che siano compatibili.
Ancora una botta di ottimismo di Sartori (ma sarebbe meglio definirlo “benedetto realismo”) e parliamo di pallone: “La situazione è drammatica. Sia chiaro, i club già prima della pandemia non erano messi benissimo, il modello di business era infatti molto stressato. Il Covid non ha fatto null’altro che evidenziare i problemi in essere e, soprattutto, sollevato enormi problemi di liquidità. Mancano i ricavi da stadio, e una parte di quelli commerciali, perché la qualità del prodotto non è la più stessa”. Tradotto: gli sponsor chiedono “lo sconto”.
Ultimissima. Il qui presente, per avere un quadro più chiaro della situazione, ha contattato un alto dirigente pallonaro. Domanda: “Ma la situazione è davvero così brutta?”. Risposta: “Ne abbiamo passate tante nella nostra serie A, ma un momento difficile come questo, fidati, mai”.
Bene, partiamo. Messi all’Inter, guadagnerà dai 50 ai 55 milioni. Possibile arrivo anche di Pogba alla Juve: al Manchester 80 milioni più una Duna. Il Milan mette sul piatto dagli 80 ai 120 milioni per Griezmann come vice-Ibra. Lavezzi salta un giro. Le matte risate.
10 cose.
1)Domenica abbiamo visto la più bella Inter della stagione per almeno 25 minuti, quelli iniziali del secondo tempo. Il resto lo ha fatto Conte che, per una volta, ha sbagliato. Ha sbagliato i cambi, ha dato coraggio ai suoi avversari (Fonseca quando ha visto entrare Kolarov per Hakimi difficilmente avrà detto “Oddio! Ora come faccio!”), si è rinchiuso nella sua area, ha lasciato in panchina Sensi, Eriksen e Sanchez, ovvero i piedi buoni. Non c’è alcun tipo di riprova ma, tendenzialmente, i piedi buoni sono anche quelli che ti permettono di fare possesso palla nei momenti complicati. SEGUE